A che gioco stiamo giocando?

7 Maggio 2013

arci-liberaUn piccolo casinò in centro e la cronaca di un problema, purtroppo, annunciato

Solamente lo scorso gennaio il Governo Italiano ha sbloccato un provvedimento che sta garantendo l’apertura di oltre 1000 case da gioco che popoleranno le città italiane. L’Arci e Libera, a suo tempo, avevano puntato il dito su questa presa di posizione dell’Esecutivo. Oggi, anche ad Arezzo, sentiamo il peso di una scelta sbagliata. Oggi, anche nella nostra città, sta per aprire i suoi battenti, un piccolo casinò di provincia. Noi, scontato dirlo, siamo profondamente contrari all’apertura di un luogo del genere e in virtù di questo, in tempi non sospetti, abbiamo evitato che nei nostri circoli venissero montate delle slot machine. Siamo sempre stati contrari, semplicemente perché come diceva Sam “Asso” Rothstein, Robert de Niro della pellicola Casinò, film leggendario di Martin Scorsese: “In una sala da gioco, la regola fondamentale è di farli continuare a giocare e di farli continuare a tornare. Più giocano e più perdono. Alla fine becchiamo tutto noi”.

La nostra città non sta brillando in alternative culturali o di svago, o di aggregazione,  per tutte le generazioni che la popolano. Quest’ulteriore possibilità di giocare d’azzardo non farebbe altro che andare a sottolineare e ad amplificare dei disagi sociali che sono già ben piantati in un territorio in decrescita e il cui stato d’animo predominante dei cittadini è la depressione. Le nostre Asl, quotidianamente, fronteggiano l’incremento di richiesta d’aiuto da parte di tutti coloro che sono affetti dalla sindrome del gioco. Il vizio dell’azzardo crea, giorno dopo giorno, sempre più storie di disperazione e tragedie familiari. La cronaca quotidiana lo conferma. L’apertura di un piccolo casinò in pieno centro, significherebbe solamente creare un ulteriore problema, che al momento è e rimane evitabile.

Non ci sarebbero giustificazioni all’apertura di un’attività di questo genere. Sarebbe gravissimo. Per adesso, molto bene la presa di coscienza trasversale fra tutte le forze politiche, sociali e culturali di Arezzo, su questa vicenda, che potrebbe diventare un grave problema annunciato. L’Arci e Libera, dal canto loro, si aggiungono a questo coro unanime di dissenso nei confronti di questa nuova attività e faranno tutto quello che è in nostro potere per evitare l’apertura di un luogo che per Arezzo significherà solamente una ulteriore preoccupazione, in tempi in cui c’è bisogno di soluzioni e forse anche di qualche buona notizia.

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